È morto questo pomeriggio presso la clinica Palazzolo di Bergamo Loris Capovilla, ex segretario particolare di papa Giovanni XXIII.
Cento anni compiuti lo scorso ottobre, Capovilla era nato a Pontelongo nel padovano nel 1915; a 14 anni dopo la morte del padre si trasferisce a Mestre; qualche tempo dopo inizia a frequentare il seminario patriarcale di Venezia e viene ordinato il 23 maggio 1940. Per anni presta servizio nella diocesi lagunare, come cerimoniere, catechista e cappellano in ospedale e carcere. Proprio in questo periodo conosce il futuro papa Roncalli, già patriarca della città di Venezia dal 1953, che accompagnerà per dieci anni sia nell’esperienza nella diocesi sia al conclave dove il cardinale bergamasco verrà eletto al soglio pontificio. Alla morte di Giovanni XXIII, il 3 giugno 1963, Capovilla continua il suo incarico con Paolo VI, poi viene nominato arcivescovo di Chieti e Vasto e nel 1971 diventa prelato del santuario di Loreto.
Giornalista, con esperienza a Radio Venezia e all’Avvenire d’Italia, dal 1988 viveva a Sotto il Monte, paese natale di Roncalli, dove ha trascorso gli ultimi anni a coltivare la memoria del papa buono con iniziative e pubblicazioni. Era stato nominato cardinale da papa Francesco nel 2014, proprio l’anno di canonizzazione del suo caro papa Giovanni XXIII.
E il papa buono – cui tanto fedelmente monsignor Capovilla servì – i betarramiti li conosceva bene. Una cronaca del 1959 racconta della visita che il futuro papa, allora nunzio a Parigi, fece nel 1946 alla casa madre della congregazione, lasciando un suo bastone come ricordo. Alla fine di quell’anno, ricordando la giornata, agli auguri di Natale del padre Buzy, Roncalli rispondeva: «Sempre felice della mia visita indimenticabile a Bétharram, e desideroso di ripeterla». E negli anni seguenti, quando ebbe modo di incontrare i betarramiti a Parigi, Lourdes e in Algeria, diceva loro: «Ah! I figli di Garicoits».
Ma il contatto con i betarramiti prosegue anche durante il pontificato, come dimostra lo scatto qui sotto. L’immagine infatti risale al 10 agosto 1954, il giorno del cinquantesimo anniversario d’ordinazione sacerdotale del papa buono, che per l’occasione aveva voluto andare a pregare a Santa Maria in Monte Santo dove era diventato prete.
Come sa chi conosce Roma, la chiesa in questione si trova in piazza del popolo, ed è la “gemella” di Santa Maria dei Miracoli, il santuario da 100 anni gestito dai padri betarramiti. Della visita erano stati avvertiti i padri nell’Urbe che si fecero trovare in chiesa. Padre Gioacchino Spini riuscì persino ad accompagnare il pontefice alla porta e ad ottenere la benedizione per il «santuario» romano betarramita e proprio lì è stato immortalato (lo vedete in primo piano, alla sinistra del papa).