Strano, misterioso destino quello di padre Enrico Mariani, sacerdote betharramita che ieri sera è deceduto a 81 anni nella comunità di Albavilla dove risiedeva dal 2003. Per cinquant’anni infatti padre Enrico ha vissuto come dimezzato nelle sue capacità fisiche e di parola, dopo un grave incidente che gli era occorso nel 1973 sui monti presso il santuario della Caravina, sul lago di Lugano: si era recato – giovane vicario di quelle parrocchie gestite dai betharramiti – per preparare un’escursione con i giovani e scivolò in un dirupo dove, nonostante i tempestivi soccorsi, trascorse un’intera notte prima di essere ritrovato. E la successiva riabilitazione non riuscì a restituirgli completamente né il movimento, né la parlata.
Dunque questo giovane e dinamico sacerdote, originario di Lissone (MB) e ordinato da nemmeno 4 anni dopo un percorso di formazione compiuto nei seminari della diocesi di Milano, aveva dovuto suo malgrado adattarsi a un ministero molto diverso da quello atteso: la sofferenza, la pazienza, la presenza. Ma anche – nello stesso tempo – una cifra assai caratteristica per le comunità in cui è stato inserito, quella di Monteporzio Catone prima e poi appunto Albavilla: il fatto di divenire, per la sua stessa necessità di assistenza e protezione nonché per le esternazioni canore allegre ed estemporanee, un elemento di riguardo nella vita della casa. Così le sue stesse abitudini, per esempio l’attenzione preoccupata con la quale padre Enrico seguiva le notizie più dolorose dell’attualità mondiale, si trasformavano in occasione di serenità, in quello spirito di famiglia che sa accogliere anche il contributo dei più piccoli. E questo è stato forse il carisma di padre Mariani; al quale, come lui stesso era solito fare nelle poche ma saporose esortazioni che riusciva ad esprimere, ora si può rivolgere il medesimo augurio: «Al ciel!».
Le esequie di padre Enrico saranno celebrate martedì 31 gennaio alle ore 15.30 nella chiesa di Oggiono, precedute dalla recita del S. Rosario.