Ottanta persone, tra parenti e amici dei padri betharramiti, si sono radunati sabato 2 dicembre ad Albavilla per«Bétharram in famiglia», la tradizionale festa che dal 2014 il Vicariato d’Italia organizza in vista del Natale. A fare gli onori di casa il neo Vicario per l’Italia, padre Enrico Frigerio che ha dato il via alla giornata con una Messa in ricordo di tutti i betharramiti defunti. «L’Avvento – ha detto padre Enrico durante l’omelia – è un tempo di attesa. Nelle Sacre Scritture ricorre sempre questo concetto: per l’adempimento delle promesse di Dio occorre un tempo molto lungo. Perché? Credo perché Dio non viene come superman, non vuole trasformare e rivoluzionare tutto da un giorno all’altro, ma vuole venire nel cuore di ogni uomo e ogni donna: un’operazione per cui serve tempo. Da parte nostra, dunque, serve pazienza. Per i cristiani la pazienza è una gioiosa perseveranza che accosta il protrarsi del tempo alla certezza che stiamo andando incontro a qualcuno, che già viene incontro a noi. La pazienza così intesa, nella quale si possono fare piccole cose nelle certezza di stare costruendo qualcosa di bello e grande, è stata tipica anche di tanti religiosi e missionari betharramiti in tutto il mondo, per i quali oggi ringraziamo il Signore chiedendogli di farci seguire il loro esempio». Quest’anno la festa – convocata negli spazi dell’ex seminario minore della congregazione – ha avuto come tema il Calvario di Bétharram, di cui nel 2023 si ricordano i 400 anni dall’inaugurazione. Perciò, prima di sedersi insieme a un’allegra tavolata conclusiva, padre Ercole Ceriani con l’aiuto di testi e immagini ha presentato l’architettura delle cappelle sparse lungo il cammino che si snoda lungo il Sacro Monte accanto al santuario madre della congregazione.