Ha voluto ritornare alle fonti il vicario per l’Italia padre Aldo Nespoli che ieri sera ha presieduto a Lissone la solenne celebrazione con i confratelli per l’anniversario della morte del fondatore san Michele Garicoits. Già, perché «in una parrocchia [quella del Sacro Cuore di Gesù ndr] che ha alle spalle oltre 50 anni di storia betarramita» – ha detto – «non è più il tempo di raccontare la semplice biografia di Michele come ce l’hanno tramandata gli agiografi». Molto meglio rimboccarsi le maniche e leggere proprio le lettere vergate dal santo basco e recentemente tradotte in italiano sia online sia in pubblicazione cartacea. Una vera «miniera» di riflessioni su tanti temi, tra cui quello «urgente» della gioia. In una lettera scritta a una suora figlia della Croce, Michele raccomanda con tutta forza di «vivere costantemente nella gioia del Signore e di farla risplendere in tutta la propria condotta» (Lett. I, 31). Sempre – sottolinea a penna il santo – e poco importa se i nostri (proprio come quelli di Michele) sono tempi duri e pieni di violenza: «Questo grande Dio ci guarda e non cessa di tenere lo sguardo su di noi» per portare la pace. «“Siate gioiosi e coraggiosi”:» – cita ancora padre Aldo e continua a parole sue – «con san Michele questo 14 maggio lo dico a noi preti e a voi tutti».