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Consacrata la terza chiesa nel più remoto dei villaggi akha

Centinaia di persone si sono messe in marcia dai villaggi delle montagne per partecipare alla consacrazione della nuova chiesa di villaggio di Abòdo, a circa 3 ore di macchina dall’Holy Family Catholic Centre, posizionato alla fine di una strada di montagna di difficile accesso nella stagione delle piogge. La chiesa – consacrata lo scorso 18 aprile e dedicata a San Giovanni Apostolo ed Evangelista  è la terza del villaggio.

La prima chiesa di questo villaggio formato da 57 famiglie di religione cattolica era stata costruita in bambù e paglia, ma a quella struttura si era presto aggiunto una seconda cappella in legno con tetto di tegole di fibrocemento. Nel 2016, però, anche questa chiesa era ormai troppo piccola per le esigenze del villaggio e così gli abitanti si sono attivati per realizzare un nuovo edificio per il culto. I Padri di Bétharram hanno raccolto fondi e nel 2017  la chiesa in muratura è stata completata. Il 18 aprile finalmente il vescovo di Chiang Mai, monsignor Francis Xavier Vira Arpondratana, si è recato ad Abodo per la consacrazione insieme ai betharramiti che nel corso degli anni hanno seguito la pastorale di villaggio. Per rendere grazie di questo dono, il giorno dopo, un gruppo di 22 giovani – composto dalle ragazze dello staff del Centro e da padre Subancha – hanno iniziato un pellegrinaggio di 40 chilometri ripercorrendo la strada che padre Alberto Pensa ha battuto per diversi anni per fondare nuovi villaggi.

 

LA STORIA DEL VILLAGGIO DI ABODO
Il 12 marzo 1976 padre Alberto Pensa, arrivato da qualche mese a Ban Pong-Maesai nel nord della Thailandia, decise di visitare nove famiglie trasferitesi da Ban Pong e si mise così al seguito di Abò Labü, un thailandese di etnia Akha che aveva vissuto per anni a contatto con i cinesi e ne aveva imparato così bene la lingua che la gente l’aveva ribattezzato «Labü» che significa proprio «il cinese».

Dopo solamente un anno, quelle famiglie decisero un nuovo trasferimento dalle montagne al fiume Maetam, presso una località che la gente della pianura chiamava Makhampòm. Padre Alberto segue il loro spostamento e il 25 aprile 1977  celebrata la prima messa in questo piccolo villaggio in riva al fiume in una cappella costruita dalla gente con bambù ricoperta di un’erba che trovavano abbondante in foresta; ma i “leaders” non riescono a darsi pace, cercano qualcosa di meglio: così, guidati da Abò Labü, si spingono verso l’interno dove si trova l’erba ‘kha’ essenziale per costruire il tetto delle capanne di bambù. Con questo materiale e la tecnica tradizionale, gli abitanti costruiscono un nuovo villaggio con la relativa cappella. L’insediamento viene battezzato «Ban Abò Labü», dal nome del suo fondatore ma qualche anno dopo le autorità thailandesi cambiarono nome al villaggio in Pakhaluang, ispirandosi proprio all’erba kha che era servita come materia prima per l’intero paesino. Dall’originale insediamento di Makhampòm a Pakhaluang, allora ci volevano circa quattro ore di cammino: percorrendo questa strada padre Alberto arriva al villaggio il 1 aprile 1980 e celebra la prima messa.

padre Alberto Pensa durante la celebrazione del 1 aprile 1980

Nel frattempo Abò Ado decide di spostarsi ancora. A un paio di chilometri dal fiume, trova un piccolo ruscello affluente del fiume Maetam dove la valle si apre donando buone possibilità di dissodare i nuovi terreni. A inaugurare la nuova avventura c’è ancora una volta padre Pensa che celebra qui – nella natura selvatica – il 9 aprile 1980. L’ultima tappa della vita di fondatore di Abò Ado è a 5 ore di cammino da questo luogo e si chiama Ban Abòdo: qui la prima messa viene celebrata il 17 agosto 1984 e da allora padre Alberto lo ha visitato a piedi tre volte all’anno in occasione delle solennità religiose. Più recentemente i padri Subancha, Pairote, Pornchai e Sa-at hanno aumentato le visite anche perché nel frattempo le strade per raggiungere i villaggi sono state asfaltate, anche se ancora oggi per arrivare al villaggio di Ban Abòdo rimangono ancora cinque chilometri di sterrato. Oggi il responsabile dell’apostolato nei villaggi è padre Chan Kunu aiutato nel compito dal veterano padre Pensa e da Peter Nonthaphat, primo betharramita Akha.

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