È sparita dalle prime pagine dei giornali ma nient’affatto conclusa l’emergenza, scatenata da una violenta alluvione, che dieci giorni fa ha colpito molti comuni della Toscana, tra Pistoia e Firenze. Si tratta di toponimi noti per i padri betharramiti, che da decenni operano nelle diocesi interessate dalle inondazioni. Il Comune di Montemurlo – le cui parrocchie sono state affidate ai religiosi di San Michele dal 1980 fino al 2016 – ha subito ingenti danni (il sindaco ne stima l’ammontare in 4 o 5 milioni) e ha dovuto constatare anche due vittime, tra cui un anziano residente della frazione di Bagnolo dove l’esondazione dell’omonimo torrente ha invaso e fatto crollare la strada che lo fiancheggia. In tutto il paese non si contano i capannoni, le cantine e le case allagate: una situazione a cui lentamente si sta cercando di riparare. Le parrocchie si sono attivate con varie iniziative di raccolta indumenti e generi alimentari ma anche con momenti di animazione per bambini che hanno permesso agli adulti di risistemare i danni causati dall’alluvione. Colpita anche la frazione di Stabbia di Cerreto Guidi, Comune nel quale abita e lavora padre Alessandro Locatelli: è stata invasa quasi completamente da acqua e fango a causa dell’esondazione del Vincio che ha reso necessaria l’evacuazione dalle proprie abitazioni per una ventina di persone.