Il 30 maggio 2021 è iniziato l’anno dedicato a padre Auguste Etchécopar, considerato il “secondo fondatore” della congregazione del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram. Fu questo religioso, infatti, superiore generale dell’istituto dal 1874 al 1897 a sistematizzare l’opera spirituale di San Michele, lavorando per l’approvazione delle Costituzioni a Roma. La causa di beatificazione di padre Etchécopar è attualmente in corso. Per far conoscere la sua figura ogni fine mese padre Alessandro Paniga, superiore della comunità italiana di Albiate, propone testimonianze di quanti hanno conosciuto il religioso, desunte dalla “Positio super virtutibus” presentata a Roma in vista della beatificazione e canonizzazione.
di padre Alessandro Paniga
“Mi ricordo con quale santa indifferenza si accettavano tutti gli impegni e con quale gioia ci si recava nei luoghi assegnati. Una volta tra le altre i diversi professori destinati al collegio di Oloron non furono avvisati della volontà del Superiore, se non poco prima di partire; io ero tra loro. Salimmo sulla carrozza ad uso della comunità; partimmo per Louvie e nel giro di una giornata arrivammo a Oloron. Ma come eravamo felici e fiduciosi! Era l’obbedienza che dilatava i cuori e fortificava gli animi” (P. Augusto Etchècopar)
Dalle testimonianze di quanti lo hanno conosciuto
“L’obbedienza di padre Etchécopar ai superiori fu sempre perfetta e in primo luogo al Papa e ai Vescovi. Ad ogni conferenza settimanale ricordava l’obbedienza alle Regole e vigilava continuamente sulla loro applicazione” (P. Ludovico Pambrun)
“Ho conosciuto bene padre Etchécopar solo quando divenne superiore. Ma posso affermare a priori il suo spirito di obbedienza dalla fiducia e le cariche a lui affidate da padre Garicoits che era molto severo in fatto di obbedienza. Una volta diventato superiore, ha obbedito alle nostre Sante Regole che ha osservato sempre anche nei minimi particolari. Il suo spirito di obbedienza lo si notò anche quando si dovette sottomettere alle prescrizioni del medico e all’infermiere, il quale ne era molto fiero. Inutile dire che obbediva al Papa. Osservava le minime rubriche per rispetto all’autorità della Chiesa. Inculcava l’obbedienza ai suoi religiosi con un santo ardore, tanto ne sentiva la necessità e l’importanza davanti a Dio. E così era terribile nei riguardi dei religiosi che volevano vivere in comunità secondo i propri capricci. «Mormoratori e peste delle comunità» diceva. La sua consegna era questa: «Donarsi a Dio senza riserve, senza pensieri, ciecamente, è il modo migliore di usare la ragione; e quando si tratta di Dio è la condotta più filosofica»”. (P. Ippolito Paillas)
“Possiamo dire che la virtù dell’obbedienza fu la sua grande passione. Sottomesso ai genitori, ai suoi Maestri, al regolamento dei professori, acquistò una grande reputazione… Seguì scrupolosamente le direttive del Papa, dei Vescovi, e predicò l’osservanza precisa degli ordinamenti ecclesiastici. L’abbiamo visto accettare con gioia le diverse obbedienze che lo inviavano ad Oloron, che lo richiamavano a Bètharram, quando gli furono affidate le missioni più delicate… Religioso si applicò ad osservare fedelmente i tre voti della sua Professione e le Regole che ne sono la salvaguardia… Benedetto XIV, credo abbia scritto: «Datemi un religioso che, senza fare miracoli, abbia osservato sempre la sua regola, tutta la sua regola, ed io lo canonizzerei». Che pensare della santità di padre Etchécopar il quale ha osservato la sua regola senza un cedimento fino nei minimi particolari, durante così lunghi anni! Non è un miracolo di prim’ordine, un eroismo, un martirio quotidiano?” (P. Francesco Carrère)
“Dopo la sua entrata a Bétharram, formato e cresciuto alla scuola di padre Garicoits, si dimostrò un vero modello, un modello compiuto di obbedienza, d’una obbedienza pronta, totale, gioiosa e generosa. Appena entrato a Bètharram, pronunciò con grandissimo fervore il voto perpetuo di obbedienza tra le mani del Fondatore. «Con quanta pace, con quanta serenità, racconta lui stesso, facemmo tra le sue mani il voto perpetuo di obbedienza che ci strappava dal dominio della nostra propria volontà, e ci rendeva capaci di iniziare e di eseguire ogni cosa alla voce di colui che ci rappresentava così vivamente l’autorità e la bontà di Dio… Da quel momento, continua il Servo di Dio, noi avemmo un solo desiderio: quello di conoscere anche i minimi desideri del nostro Padre, non altra volontà che la sua, non altra gioia che quella che ci procurava il pensiero di essere in tutto il suo docile fanciullo». E nella pratica questo perfetto spirito di obbedienza si manifesterà attraverso l’impassibilità riguardo agli incarichi e la gioiosa prontezza nell’eseguire gli ordini, anche quelli più naturalmente penosi… Una volta nominato Superiore Generale il Servo di Dio obbediva con esemplare puntualità e con amore alle prescrizioni della Regola; raccomandava continuamente questa puntualità e questo amore ai suoi religiosi, mettendo tutta la sua attenzione e la sua sollecitudine nell’osservanza delle regole, ricordando ai Superiori locali il loro dovere su questo punto, per inculcare negli alunni del collegio il più grande rispetto per i Maestri che dava loro come suoi rappresentanti e detentori della sua autorità”. (P. Pietro Fernessole)
Grazie e miracoli
“Il movimento di venerazione cominciato quando il Servo di Dio era ancora vivo, non ha fatto altro che aumentare dopo la sua morte: crescendo sempre più in intensità di fiducia, di ammirazione, di preghiera, nella Congregazione di Bètharram, tra il clero e le Comunità religiose, ed anche tra i fedeli di ogni condizione… Dentro la Comunità, nelle diverse residenze dell’Istituto, nessuno dubitava della trascendente santità di padre Etchécopar. Posso affermare che tutti o quasi lo invocano ogni giorno e lo pregano in particolare, come un santo, come «il secondo padre Garicoits». Molti hanno dichiarato di avere ricevuto delle grazie molto importanti, grazie di ordine temporale e più ancora di ordine spirituale, di fervore rinnovato, di tentazioni vinte, di crescita nella virtù… Di più in più il Servo di Dio è oggetto di venerazione pubblica… Conosco tantissime persone di mondo di ogni condizione che invocano e pregano ogni giorno il Servo di Dio… Di veri miracoli attribuiti al servo di Dio ne ho segnalati due: la guarigione di Luigi Fernando Nougués-Frais (2 anni) della famiglia Etchécopar di Tucuman, colpito da una polmonite considerata incurabile, e guarito il 18 ottobre 1931. Il racconto di sua madre, sotto giuramento, è stato depositato da padre Dionigi Buzy, superiore generale, al Processo Informativo diocesano. La guarigione di M. Reboul (63 anni) in Argentina, colpito da un’ulcera alla stomaco d’una gravità mortale e dichiarata incurabile dai medici, è guarito istantaneamente dopo alcune novene a padre Etchécopar, in data recente. Non conosco ancora i precisi dettagli di questa guarigione. Saranno depositati al Processo attuale da padre Buzy, che attribuisce a questa guarigione un’importanza di prim’ordine”. (P. Pietro Fernessole)
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