Sulle montagne nel nord della Thailandia vive il popolo degli Akha. A questa etnia – secondo l’ultimo censimento ufficiale risalente al 2007 – appartengono 50mila persone ma oggi, sull’onda delle migrazioni dal vicino Myanmar, si stima che questo numero sia almeno da moltiplicare per quattro. Proprio in mezzo a questo popolo lavorano i padri betharramiti, che per questo motivo sono stati coinvolti anche in una iniziativa linguistica riguardante la minoranza. Nonostante parte della popolazione Akha si sia avvicinata al cattolicesimo, l’etnia non può accedere direttamente alla Sacra Scrittura perché la Bibbia non è tradotta in questa lingua che ancora oggi è sostanzialmente orale. Così i missionari che lavorano con questo popolo hanno fatto rete per risolvere la questione. Tutte le comunità cattoliche degli Akha si sono ritrovate a settembre 2020, hanno scelto i rappresentanti tra i propri catechisti e hanno dato vita a un gruppo per realizzare un dizionario biblico propedeutico a una traduzione integrale della Sacra Scrittura. Il lavoro – guidato da padre Marco Ribolini, missionario del Pime – per ora si è concentrato sui nomi dei personaggi, sulla toponomastica e sui neologismi necessari per tradurre la Bibbia. Proprio in questa fase è stato fondamentale l’aiuto del padre betharramita Peter Nonthaphat Mayoe, il primo sacerdote Akha ordinato in tutta la Thailandia. Grazie alla sua formazione teologica, infatti, padre Mayoe – insieme a un religioso Akha del Pime – ha coordinato la discussione sulle parole della Sacra Scrittura senza dover ricorrere alla mediazione della lingua thailandese. Ora il lavoro dei vari gruppi verrà sottoposto a tutte le comunità Akha e, al termine del confronto, la versione finale del dizionario biblico-teologico sarà consegnato ai vescovi delle tre diocesi dove risiede la minoranza.
Foto da Mondo e Missione