La diffusione della famiglia betharramita in tanti Paesi del mondo ci permette di conoscere realtà diverse da quella italiana e, in questi tempi, di dare uno sguardo alla situazione estera della pandemia. Per esempio, leggendo l’ultimo numero del notiziario mensile che viene pubblicato dal Collegio San José di Asuncion in Paraguay, fondato dai padri betharramiti, si trova un’interessante intervista a padre Osvaldo Caniza. Il religioso del Sacro Cuore racconta la sua esperienza da parroco della parrocchia San José alle prese con l’emergenza sanitaria: «Durante la pandemia la parrocchia ha dovuto ripensarsi in tutti i suoi aspetti. La pandemia ha cambiato la vita della parrocchia e allora, per portare avanti il lavoro, abbiamo sfruttato i mezzi di comunicazione. È stato fondamentale l’appoggio dei laici che in parrocchia formano diversi gruppi e movimenti: ad esempio hanno dato una mano il gruppo della liturgia, i membri della pastorale della salute, i ministri dell’eucarestia, i giovani del movimento FVD, i membri del cammino neocatecumenale. Devo ringraziare infinitamente anche gli ex alunni del collegio San José perché ci sono stati vicini e hanno collaborato con la parrocchia per aiutare i più bisognosi e sostenere le spese. All’inizio nel nostro Paese erano in vigore misure restrittive totali riguardo la messa domenicale. Vedere la chiesa vuota ha avuto un forte impatto su di me come sacerdote: la preghiera continua è stata la forza che ci ha permesso di stare saldi e sostenere la nostra comunità».