Grande festa in tutta Italia, dalle comunità betharramita del nord a quelle del centro-sud, per la solennità di san Michele Garicoits che il calendario liturgico fissa nel giorno 14 maggio, data della morte del fondatore della congregazione del Sacro Cuore. I primi ad aver celebrato la ricorrenza sono stati i padri di Lissone che hanno deciso di anticipare la festa a sabato 12 maggio per permettere a un maggior numero di parrocchiani di partecipare. Alla messa hanno preso parte, oltre ai padri residenti a Lissone, anche alcuni betharramiti provenienti da Albiate compreso il Vicario padre Piero Trameri e il parroco dell’unita pastorale don Tiziano Molteni. Ricordando la vita di san Michele, padre Ernesto Colli – che pochi giorni prima aveva compiuto 90 anni – ha detto: «Cristo, ascendendo in cielo, ha distribuito doni agli uomini. Ed Egli ha dato ad alcuni di essere apostoli, ad altri di essere profeti, ad altri di essere pastori e maestri, allo scopo di edificare corpo di Cristo. San Michele è uno di questi doni che Gesù asceso al cielo ha lasciato a noi». La comunità di Albavilla ha colto l’occasione per festeggiare i 60 anni di sacerdozio dei padri Carlo Antonini, Angelo Pajno ed Ermanno Rasero, i 50 di padre Alessandro Paniga, e i 45 anni di ordinazione dei padri Piero Trameri e Mario Colombo. A conclusione della sua omelia, padre Paniga ha voluto condividere con i presenti la preghiera di padre Etchecopar a San Michele mettendo così in relazione le due figure più importanti per la congregazione: «Fa’ che noi siamo tuoi imitatori, come tu lo fosti di Gesù Cristo / Proteggi tutti quelli che Gesù ti ha donato. Difendi la tua opera, l’opera stessa di Gesù e di Maria / Fa’ che noi siamo santi e perfetti!». A Langhirano invece la solennità è rientrata nel pellegrinaggio che la Madonna del Bel Ramo sta facendo nelle 12 parrocchie dell’unità pastorale, con una santa messa nella parrocchia centrale della città alla presenza dei padri betharramiti e delle suore figlie della Croce. Colico ha celebrato una messa e un pranzo in famiglia, Monteporzio l’ha condivisa con operatori e volontari, mentre a Pistoia i padri hanno scelto di festeggiare invitando l’intera parrocchia alla messa lunedì sera e offrendo un pranzo fraterno al vescovo della città, monsignor Fausto Tardelli. A Castellazzo di Bollate infine i padri Ennio Bianchi ed Egidio Zoia hanno chiesto ai laici che studiano il carisma del fondatore di commentare questa ricorrenza attraverso una testimonianza. Il signor Mario Grugnola, che ha tradotto diversi scritti di san Michele, ha spiegato: «Quando ho tradotto la vita di san Michele dal francese mi sembrava in fondo di parlare di un vecchio amico che, sono sicuro, mi ha portato per mano durante tutte le ore trascorse traducendo e traendomi a volte d’impaccio con delle illuminazioni sull’effettivo significato di ciò che l’autore intendeva dire». Dalla sua esperienza di anni accanto ai padri betharramiti, il signor Natale Gorgia ha infine concluso: «Lo studio e la meditazione degli scritti di S. Michele Garicoits mi sono stati e mi saranno sempre di grande aiuto: quando la fede traballa e la vita si fa dura, le parole e l’amore di san Michele sono l’ancora di salvezza».