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Makila: discepoli coerenti, fedeli e coraggiosi

di Ennio Bianchi

La Chiesa ci ripete che una spiritualità valida per gli uomini del nostro tempo deve concepirsi e poi vivere come relazione costante con Dio e con il prossimo.

Ed oggi si mette, in modo particolare, in risalto che il significato cristologico ed ecclesiologico di “relazione” è “incarnazione”.

Siamo chiamati a vedere e ad accogliere il nuovo millennio come perenne presenza di Cristo incarnato nelle storia.

Il nostro carisma betharramita sottolinea proprio questa dimensione della spiritualità necessaria oggi; spiritualità che attinge alla perennità dell’Incarnazione nella storia umana e che – allora – si pone:

– con coerenza al servizio di Cristo storico,

– con fedeltà sempre rinnovata alla sua Parola che risuona sempre nuova,

– con coraggio nell’opera di testimonianza nella complessità della vita  religiosa e  sociale.

La spiritualità  oggi indicata dalla Chiesa è in rapporto costante con la cultura e la società, i luoghi dove i laici cristiani sono chiamati ad operare.

Una autentica spiritualità, che voglia essere vita per il credente e germe fecondo di evangelizzazione, deve essere costituita di “carne dell’attualità”, cioè della capacità di incarnare oggi l’incarnazione di Cristo.

San Michele diceva di essere “idonei e pronti” ad incarnarci nel tempo di Dio, attenti a percepire l’incessante manifestarsi delle potenzialità dell’incarnazione.

L’Eccomi deve risuonare nell’animo e nella vita del fedele, coerente, coraggioso discepolo del Verbo incarnato.

Leggi anche: San Michele e lo slancio dell’incarnazione

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