di Ennio Bianchi
Se si vuole una spiritualità per il nostro tempo, occorre conoscere il nostro tempo, per potere entrare nella sua cultura e nelle sue tendenze e aspettative.
Il carisma betharramita è molto adatto a comprendere il nostro tempo e ha gli “strumenti” per portare il Vangelo, come ha fatto San Michele nel suo tempo.
Quello che colpisce sono i molti aspetti della cultura che uniscono i due momenti storici e che quindi rendono vivo il nostro carisma, come lo fu al tempo del nostro Fondatore. Riassumiamo queste caratteristiche:
– lo stesso venire meno dei valori cristiani quali guide illuminanti del vivere sociale e politico
– la medesima superficialità (e non di rado ignoranza) delle verità fondamentali del cristianesimo, spesso vissuto solo come una ormai vuota tradizione
– la stessa concezione individualistica e relativistica della religione e della morale, questa non più agganciata ai precetti di Dio, ma dettata da situazioni ed inclinazioni personali.
Al tempo di San Michele la Chiesa rispose con un’opera grandiosa di evangelizzazione, alla quale la nostra congregazione partecipò con entusiasmo ed efficacia.
La Chiesa del nostro tempo ha riassunto la sua missione nella necessità di una “nuova evangelizzazione” che ha alla sua radice i tratti salienti della spiritualità di San Michele:
– l’amore salvifico di Dio, reso visibile dall’Incarnazione del Verbo, che chiede il rapporto tra la fede professata e la vita concreta vissuta
– sull’esempio del Verbo incarnato i valori cristiani debbono trasformarsi in “spiritualità incarnata” nel tessuto storico
– l’opera di testimonianza (che è l’impegno evangelizzatore dei credenti tutti) deve essere fondata ed irrobustita dalla parola di Dio (riscoperta in tutta la sua ricchezza), dalla preghiera (robustamente attinta dalla Parola di Dio), dall’eucaristia (Cristo è rimasto come cibo per il nostro cammino) e da una catechesi che riscopra la verità e la bellezza di Dio.
Il nostro Fondatore parlava dell’amore del Padre, che ha inviato suo Figlio, incarnato per virtù dello Spirito Santo, per salvare l’umanità. Raccomandava la riflessione quotidiana della Parola di Dio, quale fonte della preghiera profonda, e la necessità di incarnare la Parola “dentro” la vita di ogni persona.
E i nostri primi Padri l’hanno “incarnata” nella predicazione al popolo, nelle scuole per la formazione dei giovani, speranza del futuro, nella testimonianza di una Speranza che non deve venire meno (“Avanti sempre” spronava san Michele).
Ci sembra che il nostro carisma colga l’oggi della Chiesa e la sua missione e possa guidare la vita spirituale e missionaria di coloro che lo vivono.
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