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Makila: Michele e il suo esigente modello spirituale

di Ennio Bianchi

 

San Michele aveva scoperto – nella preghiera e meditazione assidue – la volontà di Dio: radunare un gruppo di sacerdoti che portassero la Parola di Cristo nella società che si era raffreddata, allontanata da Vangelo.

Nell’ottobre del 1835 don Michele dà inizio – con un piccolo gruppo di sacerdoti – alla sua opera.
Ma padre Garicoïts non potrà avere la gioia di vedere la sua congregazione approvata dalla Santa Sede, come desiderava: il vescovo monsignor Lacroix si opporrà per decenni a questa richiesta. Soltanto nel 1875 (12 anni dopo la morte del Fondatore) la Congregazione diverrà di diritto pontificio.

Padre Garicoïts rispetterà tutta la vita il volere del suo vescovo, dando per primo un eroico empio di quell’ubbidienza totale che chiedeva agli altri.

L’obbedienza totale – che diviene completa dedizione e servizio – padre Garicoïts l’attingeva un modello che non lascia spazio a tergiversazioni, a distinguo, a codicilli limitativi.

Da anni le virtù del S. Cuore erano diventate il faro della sua spiritualità. In modo particolare era rimasto colpito dall’Amore di Dio che precede ogni nostro merito e che ci è stato rivelato e reso visibile nella sua pienezza da Cristo.

P. Garicoïts coglieva nell’Eccomi del Verbo al momento dell’Incarnazione il supremo modello e il perenne esempio dell’ubbidienza e dell’offerta di sé a Dio e alla salvezza degli uomini.

La fedeltà al Padre è la radice dell’amore del Cuore di Cristo per l’umanità e spiega il suo cammino fino alla Croce, la suprema e più visibile manifestazione della “follia” e pienezza dell’oblazione del Verbo incarnato.

Il nucleo della spiritualità e del carisma che fa nascere il nuovo Istituto è tutto qui, in una potente sintesi che però si deve dispiegare nelle finite dimensioni che l’incarnarsi richiede in ogni tempo e nelle più diverse circostanze culturali e storiche.

P. Garicoïts si rifaceva a questo esigente modello quando delineava la specificità della Congregazione: un “campo volante” di sacerdoti pronti ad accorrere là dove i vescovi li chiamassero, nei luoghi dove il bisogno fosse più urgente e – soprattutto – nei posti rifiutati dagli altri.

Nella Francia della disobbedienza, dell’esigenza di un risveglio della fede, della mancanza di una catechesi profonda, era nato un gruppo di missionari spinti all’agire apostolico dalle stesse motivazioni di Cristo.

 

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