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Makila: vivere con dolcezza

di Ennio Bianchi

San Michele ricordava – tra le virtù del Sacro Cuore – la “dolcezza”, strettamente unita alle altre virtù del Verbo incarnato: umiltà, obbedienza, amore, dedizione.

Tutte virtù che si “legano” insieme nella vita di Cristo e la spiegano nella sua offerta totale e perenne al Padre per la nostra salvezza.

Una sintesi della meditazione di San Michele:

– una disposizione essenziale del Sacro Cuore, che lo rende quello che è per noi

– in tutta la vita e nei suoi incontri Cristo che si presenta “mite ed umile di cuore

– la “tenerezza” è una componente dell’Incarnazione e della Passione del Signore

– una tenerezza che deve essere una componente essenziale anche della nostra vita

– senza di essa non avremo la generosità necessaria per servire Dio e i fratelli

– In Cristo agiva l’unzione dello Spirito Santo, che la diffondeva nella sua umanità

– e questa unzione ha fatto di Cristo il Re, il Profeta, il Pontefice del Padre, per noi

– e lo ha reso dolce, sempre disposto a non comportarsi con violenza con nessuno

– e lo ha portato anche ad accettare e vivere la sua Passione con dolcezza:

–  anche durante la sua Passione tratta tutti con dolcezza, pur nel dolore sofferto:

– tratta con dolcezza il servo che lo schiaffeggia, Giuda che lo tradisce, i carnefici

– ha fatto della dolcezza il vero spirito del cristianesimo: i cristiani debbono imitarlo

– una dolcezza fondata sull’amore e sull’umiltà, che tutto comprende e perdona

– una dolcezza che dobbiamo avere verso il prossimo, senza preferenze di persone

– una dolcezza con tutti, sapendo che anche noi abbiamo bisogno di dolcezza.

 

Leggi anche: L’umiltà di san Michele

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