Una diocesi in festa nel cuore dell’Africa insieme alla famiglia betharramita del continente che si allarga con una nuova ordinazione sacerdotale.
Dopo padre Narcisse Zaolo nel 2010, sabato 17 giugno nella Cattedrale di Bouar il vescovo di Bambari, monsignor Richard Appora-Ngalanibe, ha celebrato l’ordinazione del giovane Marie Paulin Yarkai, secondo prete betharramita centrafricano.
La cerimonia è stata una grande festa, nel vero spirito africano, con processioni, canti e danze, alla presenza di tutti i missionari betharramiti e dei sacerdoti di altre congregazioni presenti in diocesi.
Il giorno successivo la festa si è spostata un poco più in là: infatti nella missione di “Notre Dame de Fatima” a Bouar Marie Paulin ha celebrato la sua prima messa, alla quale era presente anche una piccola delegazione arrivata da Abidjan, in Costa d’Avorio, dove il giovane sacerdote ha trascorso gli ultimi anni della sua formazione.
Mesi fa, Marie Paulin ci raccontava: «Ho conosciuto Bétharram quand’ero in seconda, nel 2003. Venivo dal seminario diocesano e coltivavo sempre il desiderio di consacrare la mia vita al servizio di Gesù e dei miei fratelli e delle mie sorelle. È un desiderio che nutro sin dalla mia infanzia. Entrando a far parte della JEC (Gioventù studentesca cristiana) ho incontrato padre Mario Zappa, che a quel tempo era il cappellano del movimento. Con il passare del tempo, i legami con padre Mario si sono fatti più stretti: sarebbe diventato in seguito la mia guida spirituale fino alla mia entrata in comunità come aspirante. Dopo tre anni di scambi, di ascolto e di discernimento, sono stato chiamato a dare inizio alla mia esperienza betharramita nella comunità di “Nostra Signora di Fatima” a Bouar. Era il 6 ottobre 2006, all’indomani della mia promozione all’esame del baccellierato. In seguito sono stato accolto come postulante nel 2007 e il 2 settembre 2008, dopo aver superato il test di entrata al seminario maggiore interdiocesano Saint Paul di Abadjin-Kouté, ho messo piede per la prima volta in terra ivoriana per continuare questa esperienza alla sequela di Cristo, in qualità di postulante e studente di filosofia. Questo «Eccomi» che mi aveva stimolato e attirato fin dal primo contatto con la comunità, come un fuoco divorante continuava a risuonare nel mio cuore, incoraggiandomi così a perseverare lungo il cammino nella sequela di Cristo».