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Bétharram e la conversione ecologica

Nella Nef del mese di maggio, quella che viene pubblicata nel giorno della memoria liturgica di san Michele Garicoits e che potete leggere qui, il superiore generale Gustavo Agìn ha parlato della Terra e dell’attenzione che ogni persona e ogni religioso deve avere nei confronti della «casa comune». Cambiamenti climatici, perdita di biodiversità, eccesso di consumi… Sono temi cui il papa ha dedicato l’enciclica Laudato si’ e che anche i betharramiti ritengono centrali. «Il Capitolo Generale del 2017 – scrive padre Gustavo – ci ha invitato a vivere una conversione ecologica personale e comunitaria che implichi: assumere una maggiore sobrietà nei consumi e un ritorno alla semplicità di vita capace di accontentarsi del necessario, prendere coscienza che siamo tutti corresponsabili dei problemi complessi del mondo di oggi; prendere coscienza anche che l’abuso nei consumi di pochi causa la povertà di molti. Non si tratta però solo di gestire bene la casa, la conversione ecologica consiste anche nel condividere il pane come Gesù, e farlo concretamente con chi è più colpito dallo squilibrio globale. Questo gesto verso i poveri e gli emarginati porterebbe un significato più grande alle nostre eucaristie. La cura della casa, infine, comune implica anche un grande richiamo alla comunione tra noi, all’amore e al rispetto per tutto il creato: ogni creatura è mio fratello. L’aver trascurato questa armonia della creazione ha causato “deserti esterni” e “deserti interni” che sono diventati molto grandi…»

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