Inizia con una specie di reportage dalla Repubblica Centrafricana la Nef di questo mese (qui): il foglio mensile pubblicato dalla congregazione, infatti, lascia spazio al racconto del superiore generale Gustavo Agin che è appena tornato da un viaggio nelle comunità betharramite tra Niem, Bouar e Bangui. Al termine del suo racconto padre Agin scrive: «In questa terra apparentemente povera dove ci sono solo 10 religiosi missionari betharramiti – due centrafricani, quattro ivoriani e quattro italiani – il “Bel Ramo” produce frutti: abbiamo due novizi (sono ad Adiapodoumé), cinque postulanti filosofi (ad Adiapodoumé) e tre aspiranti (a Bangui); inoltre ci sono sei ragazzi che si trovano nel seminario minore diocesano di Bouar che verrano accompagnati dalla Congregazione. Durante la mia visita in questa terra mi chiedevo… Che razza di mondo è questo che, nonostante tutte le sofferenze, continua a sorridere? Forse perché la Chiesa è la voce di chi non ha voce; è colei che cura le ferite e riporta alla dignità di essere Figli. Sebbene i cristiani rappresentino il 40% della popolazione (20% sono cattolici), pur nella loro povertà collaborano con quello che possono: partecipano in gran numero all’Eucaristia, si sentono membri del Popolo di Dio. Questa è la fonte della gioia, quella di una comunità riunita in mezzo ai poveri che non ha bisogno di farsi notare per vivere il Vangelo, ha solo bisogno di essere fedele e costante alla missione di Colui che ha indicato loro la via. Andate e annunciate a tutti i popoli che Gesù Cristo è il Signore!».
Foto di Vittore Buzzi