A Bouar, città nel nord-ovest della Repubblica Centrafrica, si è conclusa la Fiera agricola promossa annualmente dai padri betharramiti insieme alla Caritas locale e alle associazioni italiane Jiango be Africa e AMICI Betharram Onlus.
Il tema dell’ottava edizione della fiera, svoltasi tra il 16 e il 18 febbraio scorsi, a cui hanno partecipato 85 diversi gruppi agricoli, era «Pace, una condizione essenziale per vivere insieme e per uno sviluppo sostenibile». «L’agricoltura- ci spiega padre Beniamino Gusmeroli, parroco di Notre Dame de Fatima e promotore della fiera – è il polmone dello sviluppo del Paese ma a causa del clima di insicurezza nel Paese quest’anno molti gruppi non hanno potuto partecipare. La difficoltà maggiore oggi a livello dell’agricoltura nella regione consiste proprio nella difficoltà di accesso a determinate zone».
Nonostante questo e grazie ai presidi di sicurezza garantiti dalle truppe MINUSCA, ad alcuni incontri di preparazione e ai camion che nei giorni precedenti hanno fatto la spola tra Bouar e i villaggi per il trasporto dei prodotti agricoli, la fiera ha attirato migliaia di persone. Nell’evento sono state coinvolte anche le autorità locali, tra i quali il prefetto di Nana Mambèrè, il sindaco della città, il capo dell’ufficio MINUSCA e il coordinatore dell’ufficio della FAO a Bouar. Proprio i loro interventi, venerdì 16, hanno dato il via alla manifestazione durante la quale era possibile visitare gli stand e ammirare qualità e quantità del lavoro delle associazione agricole. Tutti gli occhi si sono fermati soprattutto su un nuovo macchinario, fino ad oggi sconosciuto ai più a Bouar: una decorticatrice per il caffè, la coltivazione del quale proprio in questi mesi è stata fatta rivivere dalla Caritas in diverse piantagioni dismesse tra Ndongue Bodomo, Losso, Nagbenam e Abba.
Domenica 18 febbraio la manifestazione si è chiusa con la consegna tradizionale dei premi (zappe e machete) ai primi cinque gruppi agricoli classificati: «Con questo evento – conclude Beniamino – vogliamo dare la possibilità alle associazioni agricole di avere uno spazio all’ingrosso per i loro prodotti, garantire alla popolazione un mercato annuale di approvvigionamento alimentare e creare uno spazio di coesione sociale che possa riunire la città, almeno per tre giorni».