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L’archivio di Bétharram: un patrimonio di cui prendersi cura

Si parla dell’importanza di studiare la storia e conservare la memoria sulla Nef di aprile, in cui si lascia spazio al racconto e alle impressioni di Roberto Cornara, archivista di stanza a Roma presso la casa generalizia della congregazione, che di recente ha avuto l’occasione di visitare l’archivio storico della casa madre di Bétharram. «Ho potuto vedere – scrive Cornara nel suo resoconto – quanta stima i vescovi di allora avevano per il santo di Betharram, nei due pacchi di lettere postulatorie (in francese: postulatoires) inviate a Roma per introdurre la sua causa di beatificazione e poi di canonizzazione. Mi ha fatto riflettere la passione, la cura e l’attenzione con cui i betharramiti del passato hanno copiato tutti i suoi scritti in oltre cento quaderni manoscritti. Ed è con emozione e meraviglia che ho sfogliato le due lettere apostoliche originali di beatificazione (Pio XI) e di canonizzazione (Pio XII) di San Michele. La devozione nei confronti del Fondatore si esprime in molti altri documenti e oggetti conservati nell’archivio di Betharram. Mi hanno colpito le tre cassette di metallo che contengono la terra che attorniava la tomba del santo nella cappella della Risurrezione, “terra benedetta” riporta un vecchio foglietto al loro interno… Senza contare il favoloso ed enorme poster del film su San Michele, L’Athlète aux mains nues… Tutto questo è un bene, un patrimonio della Congregazione, che ha l’obbligo di prendersene cura e di conservarlo nel miglior modo possibile».

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