Insieme a Noy, di cui abbiamo parlato qui, il Centro betarramita Holy Family in Thailandia si fonda sull’opera di altre volontarie. Va Phon detta Jim è una signora di Bangkok, cattolica, laureata, che vive nel laboratorio di cucito Ban Konthip da alcuni anni, occupandosi dei contatti commerciali e delle spedizioni.
Le responsabili delle attività che si svolgono al Centro sono una dozzina di ragazze; ma l’organizzazione del lavoro non è gerarchica. Gli Akha, etnia a cui appartengono la maggior parte di queste giovani, hanno infatti un forte senso della disciplina e si autogestiscono facilmente: è davvero una loro caratteristica, seguendo la quale si danno incarichi e si dividono i lavori da fare, stando vicino ai più piccoli dai compiti alle attività ludiche.
La più grande delle ragazze che lavorano al Centro si chiama Tutu, quarta di 5 fratelli, la quale frequentato le elementari e le medie a Ban Pong. Mentre stava frequentando le scuole superiori, un giorno padre Alberto Pensa, che era in visita presso il suo villaggio, la trova a casa e le chiede: «Cosa fai qui? Non sei a scuola?». Tutu risponde: «No, non ci vado più», e allora il dialogo continua: «Cosa è successo?» «Niente, ma non ho più voglia di studiare». «E adesso cosa pensi di fare?». Al silenzio di risposta della ragazza il missionario le propone allora di andare a Ban Pong per parlare con Noy. Al ritorno di padre Alberto, Tutu era già al Centro. Da allora è rimasta sempre nel laboratorio, dimostrando da subito doti inconfondibili di leadership. Inoltre, per 3 anni, durante le vacanze, Tutu ha frequentato un corso di catechesi e ha accettato di frequentare l’università Ratchaphat dove si è laureata con successo. Ora è uno dei pilastri nella conduzione del Centro.