Domenica prossima, 22 ottobre, la Chiesa celebra la Giornata missionaria mondiale. Per la ricorrenza papa Francesco ha preso spunto dal racconto dei discepoli di Emmaus e le ha dato il titolo: “Cuori ardenti, piedi in cammino”. «Nel racconto evangelico – ha detto il pontefice – cogliamo la trasformazione dei discepoli da alcune immagini suggestive: cuori ardenti per le Scritture spiegate da Gesù, occhi aperti nel riconoscerlo e, come culmine, piedi in cammino. Meditando su questi tre aspetti, che delineano l’itinerario dei discepoli missionari, possiamo rinnovare il nostro zelo per l’evangelizzazione nel mondo odierno». A partire da questo spunto anche il foglio di notizie betharramita Nef del mese di ottobre riserva spazio alla riflessione sul ministero missionario da parte di persone che vivono in comunità religiose, quali sono i betharramiti. Ne parla anche un italiano da decenni impegnato nella missione in America Latina, padre Tobia Sosio. «Il superiore generale padre Gustavo Agin, nel messaggio al Capitolo Generale, ha parole molto provocanti: “O siamo comunità in missione o non siamo vita religiosa”. Spesso, per salvare la missione si riduce la comunità ai minimi termini, o si preferisce restare comodi nella propria casa, con una scarsa sensibilità verso ciò che succede fuori. C’è anche il rischio di essere religiosi con caratteristiche diocesane. Più di uno, ultimamente, ha rinunciato alla vita religiosa, per incardinarsi in una diocesi. Certamente, più conosciamo Gesù e più impariamo da Lui lo spirito missionario, la gioia di comunicare la sua Buona Notizia, la sua compassione per chi soffre, per chi vive ai margini, per chi ha fame, non solo di pane, ma soprattutto di verità. Non sarebbe una vocazione religiosa quella che rinuncia alla missione. “Cuori ardenti, piedi in cammino”: vale per ogni discepolo di Gesù, ma ancor più per noi che lo vogliamo seguire più da vicino, ed ancor meglio per noi betharramiti con il carisma missionario dell’Ecce Venio. (…) Spesso le esigenze del ministero ci chiedono tempi di assenza dalla comunità ma possiamo e dobbiamo certamente salvare missione e vita religiosa, missione-comunità: è un binomio inseparabile, non solo per noi religiosi, ma anche per Gesù».
