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Padre Tiziano tra i ribelli a Niem: «Adesso il mio posto è qui»

Padre Tiziano ci ha scritto in occasione dell’inizio del mese di ottobre dedicato alle missioni partendo proprio dalle parole del messaggio di papa Francesco per la Giornata Mondiale Missionaria.
Carissimi,
nel suo messaggio per la Giornata Mondiale Missionaria di quest’anno, papa Francesco scrive: «La missione della Chiesa è animata da una spiritualità di continuo esodo. Si tratta di uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo». Quest’affermazione per me, in questo momento, ha un significato particolare.

Da alcuni mesi purtroppo nella nostra regione regna un clima di insicurezza e conflitto in cui diversi gruppi armati si contendono il territorio. Non sono un esperto di politica e non conosco tutte le cause che hanno portato a questo, però constato che – vista l’assoluta latitanza dello Stato centrafricano e la poca efficacia dei Caschi Blu delle Nazioni Unite presenti – la nostra gente, già con poche risorse, sta vivendo in uno stato di continua precarietà e soprattutto di paura. Per esempio, chissà quando potranno riaprire le scuole, compresa quella della missione… Mentre scrivo un gruppo di ribelli, noto col nome di 3R, ha preso possesso di Niem e di tutta zona circostante. È già la terza volta che vengono nel giro di pochi mesi e la gente si è rifugiata in brousse o alla missione. In seguito agli ultimi avvenimenti, nel dispensario abbiamo ricoverati due feriti, di cui uno è un membro dei ribelli: quando i suoi vengono a trovarlo, fanno una certa impressione.

Certo io sono un missionario: ho rinunciato – anche se non ne sento molto la mancanza – a tante comodità che peraltro non disprezzo e che l’Italia, malgrado tutte le sue difficoltà attuali, continua ad offrirci. Rispetto alla nostra gente, però, godo ancora di alcune comodità: mangio tre volte al giorno, ho un bel letto per dormire con tanto di coperta… Da una settimana casa nostra è davvero piena di gente: uomini, donne, giovani, qualche anziano e soprattutto tantissimi bambini, che dormono sul cemento della nostra veranda, qualcuno a mezzo metro di distanza dalla porta della mia camera nonostante, in questo periodo di stagione delle piogge, la notte ci sia un’umidità elevatissima: per me queste persone sono una continua provocazione.

Ogni giorno mi vengono in mente tante frasi del Vangelo che parlano di povertà, di accoglienza, di solidarietà e, nonostante tutto, di gioia. Il compito che mi sono preso è appunto questo: essere un uomo di speranza, che infonde coraggio, che cerca di mantenere viva la gioia soprattutto nei bambini. La luce del Vangelo non si spegne mai, come dice Renato Zero che canta che «nessuna notte è infinita».

Quando si vivono situazioni come queste non è facile scriverne e ancor meno fare delle foto. Vi confesso che sento un po’ di disagio perché mi sembra di violare la dignità di questa gente che riempie la mia vita. Venerdì prossimo sarei dovuto tornare in Italia per festeggiare il venticinquesimo anniversario della mia ordinazione sacerdotale, purtroppo vista la situazione attuale alla missione ho rinviato il rientro. Spero che la sicurezza torni in questi giorni, ci sono dei tentativi di pacificazione in corso. So che tanta gente mi aspetta per fare festa con me, in primo luogo la mia cara mamma. Mi dispiace tantissimo non tornare per la data prevista ma la festa è solo rimandata! Adesso il mio posto è qui: lo leggo sui volti e nelle parole della nostra gente. L’Eccomi di Gesù e di san Michele Garicoits è più che mai attuale.
Termino con una nota più leggera. Tra le altre cose, i ribelli hanno rubato anche la bicicletta della nostra “matrone” (ostetrica). Questa mattina sono andato a celebrare la Messa nel villaggio di Yelewa a 35 km da Niem dove i ribelli hanno la loro base… e la refurtiva. Dopo qualche discussione e pagando un riscatto (di circa 10 euro!) ho potuto recuperare la preziosa bici e consegnarla alla legittima e felice proprietaria. La Provvidenza è sempre all’opera, anche nelle piccole cose.

Un abbraccio e una preghiera per tutti voi.

Padre Tiziano Pozzi

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