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Scuole di villaggio: si riparte!

A Bouar, come in tutta la Repubblica Centrafricana, viviamo dal 2013 un periodo di profonda incertezza. Dopo il violento colpo di stato, la situazione è sempre molto tesa. Non si riesce ancora a vedere la fine del tunnel della violenza e della sofferenza da parte della gente dei quartieri delle città e dei villaggi.
Molte zone e molte strade sono ancora insicure; gli atti di brigantaggio sono frequenti, nonostante la consistente presenza delle forze dell’ONU. La popolazione vive nella paura e si chiede fino a quando durerà.
In questo contesto, la missione rimane a fianco della popolazione per tenere viva la speranza. Ed è un segnale forte la ripresa delle scuole sostenute dalle missioni di Bouar N.D. di Fatima e  Niem.
A Fatima, al ritorno di p. Beniamino Gusmeroli dal periodo trascorso in Italia, si è riunito il gruppo di animazione locale in cui è stata organizzata una sessione di formazione di 15 giorni per i 52 insegnanti delle 19 scuole di  villaggio.
E’ stata inoltre organizzata una giornata con i  responsabili delle Associazioni dei genitori. perlopiù analfabeti, visto che nei loro villaggi la scuola esiste solo da quindici anni, ma che desiderano che i loro figli possano imparare a leggere, a scrivere, a far di conto e possano acquisire gli strumenti educativi necessari per affrontare il futuro.
Infine sono stati incontrati e radunati  i direttori delle scuole a cui sono stati distribuiti del materiale scolastico e dato loro le  consegne per il lavoro dell’anno. Ora sono rientrati tutti nelle rispettive sedi e ai primi di ottobre  inizieranno le iscrizioni degli alunni e i corsi.
In Africa non c’è un’amministrazione comunale  che pensi a preparare la scuola, a pulire il cortile, il campo da gioco; sono i bambini e i  maestri che, i primi giorni dell’anno scolastico, si mettono al lavoro per rendere agibili e accoglienti gli spazi.  In alcuni casi si tratta di  sistemare una semplice struttura con tetto di  paglia come riparo e  che ha, come unico arredo scolastico,  dei tronchi appena sollevati da terra, sui quali gli alunni si accomoderanno tenendo sulle ginocchia  lavagnette e quaderni.
Grazie al progetto  delle “adozioni scolastiche a distanza” tutte le scuole delle parrocchie di Niem e Fatima a Bouar  possono continuare a funzionare e possono portare avanti la loro opera educativa: lo scorso anno il numero dei bambini che hanno potuto beneficiare delle scuole di villaggio della zona di Bouar sfiorava i 3.500  e altrettanti erano gli alunni delle scuole di Niem.
Alcuni animatori organizzano degli incontri durante l’anno nei vari villaggi per sensibilizzare la popolazione sull’importanza della scuola.
Un’ emergenza, alla quale i missionari cercano di fare fronte, è l’abbandono scolastico delle ragazzine intorno all’età di 13-14 anni: infatti sono spesso precocemente promesse in moglie o sono occupate dalle mamme nei lavori domestici.
Le difficoltà non mancano ma la bella notizia è che le “nostre” scuole stanno per avere inizio.
E’ un grido di speranza  e di fiducia nella possibilità di un avvenire migliore per il Paese.

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