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«Usciamo da noi stessi, anche in questo anno di chiusura»

Prende spunto dall’enciclica del papa Fratelli tutti l’editoriale pubblicato sulla Nef di ottobre a firma di padre Gustavo Agìn. «Papa Francesco – scrive il superiore generale – ci invita ad avvicinarci ai poveri come società, a toccare la ferita dell’umanità abbandonata, a guarire con il gesto e la parola. Il Vicario di Pietro invita la Chiesa a fare come ha fatto Gesù: compatire tutti, “farsi prossimo”. Senza paura di attraversare le ombre del presente, come portatori di una carità che diventa Luce. Le ombre sommergono l’umanità nella confusione, nella solitudine e nel vuoto. Incontriamo uno sconosciuto per strada, è ferito. Di fronte a questa realtà, ci sono due atteggiamenti: andarsene o fermarsi; includerlo o escluderlo deciderà il tipo di persona o il progetto di vita che siamo disposti ad assumere, sia esso politico, sociale o religioso». «Noi betharramiti abbiamo un fondatore che si commuove profondamente, che si fa vicino, che si apre ed è solidale con i bisognosi. Quanto c’è in lui da imitare! Chi di noi non vorrebbe essere così? Chi non ha conosciuto qualche betharramita che abbia provato ad imitarlo? I buoni esempi ci invitano a uscire da noi stessi. La comunità ci provoca all’emulazione quando la testimonianza dei fratelli è eloquente. Usciamo da noi stessi! Anche se la chiamata ad uscire, come comunità, verso le molteplici periferie sembra essersi assopita in questo anno di chiusura e di pandemia, sappiamo che non è così. Al contrario, oggi sembra diventare ancora più imperiosa».

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