«Viviamo in tempi di sinodalità. La Chiesa insiste su questo tema. Ci incontriamo per ascoltarci e discernere insieme il cammino da seguire nei prossimi anni, nelle nostre comunità, nelle Assemblee e nei Capitoli. Non è un percorso facile, e siamo solo all’inizio. Noi betharramiti siamo chiamati ad agire con sapienza». Lo scrive il superiore generale Gustavo Agìn nell’editoriale della Nef di ottobre, particolarmente significativo per i religiosi della Regione San Michele attualmente riuniti nel Capitolo a Bétharram. «Ci sono due pratiche – continua il superiore generale – che sono particolarmente importanti affinché la sinodalità esprima “sapienza:”sapere quando parlare e quando tacere; praticare l’ospitalità. La seconda è una caratteristica propriamente evangelica, soprattutto quando è rivolta a coloro che sono stranieri o di passaggio. (…) Non è solo dar da mangiare al forestiero, ma far sì che occupi uno spazio nella nostra vita. L’ospitalità dovrebbe essere ricevuta con umiltà, oltre che offerta. Riconoscendoci vulnerabili, ci rendiamo conto che tutti dipendiamo dall’ospitalità degli altri. (…) L’ospitalità ci ricorda che non siamo autosufficienti, ci aiuta a superare le divisioni e l’isolamento. L’ospitalità è essenziale per la sinodalità perché crea una possibilità di trasformazione attraverso l’incontro».