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«Padre Franco ammirato dai piccoli del Vangelo»

Padre Piero Trameri, Vicario per l’Italia, ha presieduto le esequie di padre Franco Cesana, defunto sabato scorso a Carate Brianza, e durante l’omelia lo ha ricordato con queste parole.

 

di padre Piero Trameri

 

Le letture che abbiamo ascoltato, suggerite dalla liturgia per le esequie dei consacrati, ci aiutano a cogliere meglio e a conservare nel cuore il messaggio che Dio ci ha inviato attraverso la vita e le opere di padre Franco.

 

«Figlio mio – ci ha ricordato il libro dei Proverbi – custodisci il consiglio e la riflessione… Saranno vita per te e ornamento. Camminerai sicuro per la tua strada e il tuo piede non inciamperà. Il Signore sarà la tua sicurezza». Padre Franco ha donato e consacrato la sua vita al Signore nella famiglia religiosa dei padri di Bétharram. Si è messo con fiducia nelle Sue mani e ha camminato sicuro e sereno ovunque l’obbedienza lo ha chiamato: in parrocchia a Lissone, tra le colline della Toscana, al Santuario della Caravina sul lago di Lugano, infine ad Albiate e a Carate, vicino a casa. Credo si possa dire che padre Franco si è abbandonato nelle mani del Signore e si è fatto sempre guidare con semplicità e docilità da Lui e anche dalle comunità in cui ha vissuto e dalle persone che ha conosciuto. Un esempio per tutti noi che viviamo e subiamo un poco la mentalità della competizione, dell’indipendenza e della preoccupazione per la realizzazione di noi stessi ad ogni costo. Franco ha consacrato, donato, offerto la sua vita con abbandono quasi fanciullesco a ripetere «Il Signore è la tua sicurezza».

 

È stato chiamato a una vita di speciale consacrazione ad Signore, da vivere però in comunità, offredo a tutti come prima missione il segno della fraternità. «Scelti da Dio, santi e chiamati – ci ha ricordato Paolo nella seconda lettura – rivestitevi, mettetevi addosso l’abito della tenerezza, della bontà, della mansuetudine… Da questo conosceranno che siete miei discepoli». Mi diceva ieri, commossa, una signora di casa: «Mi mancherà tanto padre Franco per la sua tenerezza». Siamo portati ad ammirare le persone di successo, abili, determinate, sicure di sé, che sanno quello che vogliono e l’ottengano a ogni costo. Niente di tutto questo nella figura evangelica di padre Franco che ha suscitato l’ammirazione dei piccoli del Vangelo, dei malati, dei poveri, che ha vissuto la fraternità in comunità senza imporsi, consapevole dei propri limiti e per questo misericordioso nei confronti di tutti. Sono messaggi – dicevo dall’inizio – che il Signore ci ha mandato attraverso la sua vita. Messaggi di cui fare tesoro. Siamo qui per questo a celebrare intorno alla sua salma: per ricordare, custodire e rendere grazie! «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e li hai svelati ai piccoli». Sono le parole di Gesù nel Vangelo: Tu, il Re dell’Universo, il tuo messaggio lo fai capire, più facilmente ai piccoli, agli umili di cuore. Così hai deciso e così vediamo che succede nella storia e nella vita di ogni giorno. Lo abbiamo visto incarnato anche nella vita di padre Franco, che sembrava dicesse, come Gesù: «Venite a me voi tutti che siete stanchi o oppressi e vi darò ristoro».

 

È stata la sua missione: portare una buona parola, un sorriso, un regalino; rendere visita con bonarietà ai malati dell’ospedale di Carate, agli ospiti della RSA di Solbiate Comasco e soprattutto agli ospiti e al personale della Clinica Zucchi in questi ultimi vent’anni della sua vita. Ha chiuso gli occhi alla vita terrena assistito proprio dal personale che conosceva bene in clinica, ai quali rendeva visita ogni giorno con semplicità e dolcezza, dai quali si faceva anche un poco coccolare; era per tutti “il padre buono” che dispensa con amore quello che possiede: la Parola del Vangelo. Grazie a confratelli impegnati nella missio ad gentes nei Paesi più lontani, aveva imparato a sentire anche gli appelli e il grido di chi fa fatica a vivere e a curarsi. Ed era sempre molto generoso con loro, coinvolgendo in questa sua opera i suoi familiari e le persone generose che incontrava nel suo ministero. Come Gesù aveva imparato ad aprire i cuori. «Imparate da me che sono mite e umile di cuore». È la Parola di Gesù che ci ha lasciato padre Franco con la sua vita e con il suo modo di essere. È la Parola che delinea meglio i tratti del suo volto e la sintesi del suo messaggio. Continueremo ora a pregare, a ripetere il gesto dello spezzare del pane e cantare le lodi del Signore per ringraziarlo del dono delicato e prezioso che ci ha fatto di un fratello, di un amico, di un tenero compagno di viaggio quale è stato per ciascuno di noi padre Franco.

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