Una corona dorata posata sul capo bianco della Madonna del Bel Ramo direttamente dalle mani di papa Pio X, esattamente il 28 luglio di 104 anni fa. È proprio la ricorrenza dell’«incoronazione» della Vergine cui è dedicato il santuario di Bétharram (che è anche la «casa madre» della congregazione del Garicoits) che si ricorda nella giornata di oggi e che quindi riveste un significato particolare per i betarramiti di tutto il mondo. La storia racconta di diverse persone salvate miracolosamente dalle acque del fiume Gave (presso cui sorge il santuario mariano), ma la tradizione forse «incorpora» queste cronache in un’unica leggenda secondo la quale una ragazza viene salvata dall’annegamento nelle acque del fiume, proprio grazie all’intervento di Maria, già venerata in quel luogo, che le porge un ramo. In realtà, la statua della Madonna di marmo bianco incoronata (in foto la riproduzione della statua portata a Bétharram nel 2012, in occasione del centenario dell’incoronazione della Vergine del Bel Ramo) – i cui tratti morbidi la rendono anche artisticamente «speciale» – non è senz’altro l’autrice di questo miracolo. Della prima statua, venerata già dal Cinquecento a Bétharram e quindi probabilmente coeva al leggendario miracolo, non si conosce alcuna iconografia né la sorte; solo dal 1616 – grazie all’intervento dell’arcivescovo di Auch – a Bétharram compare un’altra statua scolpita in legno e alta 30 centimetri che rappresenta una Madonna seduta con in braccio Gesù che s’appoggia alle sue ginocchia. Questa «Madonna contadina» viene sostituita nuovamente con una regale: la statua ha il piede destro avanzato, con la destra porta lo scettro e con la mano sinistra tiene il bambino: entrambi non portano una corona ma un’aureola. L’ultima trasformazione della Madonna di Bétharram si deve proprio a san Michele nel XVIII secolo, che commissionò ad Alexander Renoir, già autore di otto sculture del Calvario, la sistemazione della statua della Vergine. L’artista cambia l’acconciatura di Maria e le crea una capigliatura greco-classica, l’avvolge in un’ampia tunica e la siede su un trono basso per avvicinarla ai fedeli e renderla materna, senza alcun apparato di potenza. Si dice che a lavoro ultimato Renoir esclamò: «Quant’è bella, quant’è bella la Madonna del Bel Ramo».