Cinque grandi pesci di alluminio nuotano sulla parete blu della chiesa Nuestra Señora del Carmen a San Gregorio de Polanco, in Uruguay. Un’immagine suggestiva e pure non troppo eccezionale per questa cittadina, che occupa un promontorio sul fiume Rio Negro, e che ospita opere d’arte su moltissime facciate di edifici pubblici e privati in una sorta di esposizione permanente nota con il nome di “museo aperto”. Ciò nondimeno l’arte affissa alla chiesa di San Gregorio ci riguarda da vicino, visto che a portarcela è stato l’artista italiano Marco Mazzei che sta provando a popolare il mondo con i suoi grandi pesci di metallo e che, per i casi della vita, è finito a consegnarli in Uruguay al connazionale e betharramita padre Angelo Recalcati, il cui ministero si svolge proprio in questa città. Mazzei è arrivato a San Gregorio lo scorso aprile tramite l’Istituto di cultura italiana che ha partecipato al lavoro di riqualificazione del “museo a cielo aperto” e, contestualmente, all’aggiunta di nuove opere in città. I pesci di alluminio, che l’artista ha portato anche in Uruguay, sono legati a una simbologia sacra e pagana ma oggi, nell’era del cambiamento climatico che colpisce soprattutto gli oceani in cui questi animali abitano, si caricano di un significato ulteriore di sensibilizzazione ambientale. I pesci di Mazzei “escono dall’acqua” proprio a questo scopo e, arrotolati nella valigia dell’artista, vengono modellati con un martello in vari luoghi del mondo dal loro ideatore, durante un momento a metà tra la creazione e la performance; infine sono installati e geolocalizzati su una mappa che li mette in rete. L’idea dietro al progetto infatti è da un lato accendere i riflettori sull’emergenza ambientale (che l’Uruguay sta sperimentando con una siccità che da due anni non lascia tregua al Paese) e dall’altro creare un gemellaggio, attraverso un legame tra sculture fisiche, luoghi diversi nel mondo che anche grazie all’arte si scoprono uniti da uno stesso destino universale.
